Passarono gli anni e Angelo e suo fratello Giuseppe sposarono due sorelle.
Angelo era in stalla a mungere quando era nata la figlia Lina e, sentendo che era una femmina, diede un calcio al secchio rovesciando il latte. Ma poi tra loro ci fu un rapporto speciale e un po’ fu forse perché lei dimostrò sempre un animo virile.
Poi accadde che, come un fulmine a ciel sereno, il contratto di mezzadria non fu rinnovato e otto fratelli con le loro famiglie furono su una strada. Nel caos che ne seguì la famiglia si disperse, ognuno cercando soluzioni.
C’era un Pane e Vino, mescita e bottega, a Curtatone che due anziani cedevano. Era il ’42, e due fratelli, con due sorelle e i loro bambini, fecero quei dieci chilometri e cominciarono una nuova vita. Giuseppe a vendere il pane, Teresa a tenere tutto in ordine e pulito, Angelo e la cognata Rina in cucina, talmente bravi da riempire da subito il locale. In tempo di guerra, la fame era tanta e i primi clienti furono i carrettieri, antenati dei camionisti che puntualmente li sostituirono qualche anno dopo. La Lina a scuola era stata compagna di banco di Gregorio, unico caso nella storia di un alunno che venne retrocesso dalla terza alla seconda elementare a opera della maestra, la zia Rosa sorella di suo padre.